copertina stai calmo

 

 

copertina il futuro non si prevede

 

 

stai come vuoi

 


copertina pensieri parole

 

 

copertina le relazioni virtuose

  • Stai calmo & parla in pubblico

    Stai calmo & parla in pubblico

  • Il futuro non si prevede, lo si inventa

    Il futuro non si prevede, lo si inventa

  • Stai come vuoi

    Stai come vuoi

  • Pensieri, parole, stati d'animo

    Pensieri, parole, stati d'animo

  • Le relazioni virtuose

    Le relazioni virtuose

Il Giardiniere

Un giorno, il responsabile degli acquisti di una importante azienda stipula un contratto di fornitura con un giardiniere indipendente.

Ma, quando se lo vede davanti, capisce che si tratta di un ragazzo molto giovane e gli viene il dubbio che possa avere poca esperienza.

“Va bene lo stesso - si dice però il dirigente - tanto vale che provi a vedere come lavora.”

Quando, il primo giorno, il ragazzo termina il lavoro in giardino, va dal cliente e gli chiede di poter usare il telefono. Dopo qualche minuto, per caso, il responsabile degli acquisti riesce a cogliere l’ultima parte della conversazione.

Il ragazzo è al telefono con una signora:

“Ha bisogno di un giardiniere?”
“No, ne ho già uno.”
“Ma io, oltre a sistemare il giardino, pulisco tutto e mi faccio carico dello smaltimento dei rifiuti” – insiste il ragazzo.
“E’ normale, anche il mio giardiniere lo fa”, risponde la signora.
“Io tengo in ordine li attrezzi, li lucido perfettamente, dopo aver terminato il lavoro”, aggiunge il giovane.
“Anche il mio giardiniere lo fa”, ribatte la donna, un po’ infastidita.

Nell’ultimo tentativo di convincere la propria interlocutrice, il ragazzo rilancia:
“Sono svelto, non arrivo mai in ritardo e le mie tariffe sono imbattibili!”.

“Spiacente, ma anche il prezzo del mio giardiniere è competitivo”, risponde la donna prima di riattaccare.

“Mio caro ragazzo, credo proprio che tu abbia perso una cliente”, dice allora il responsabile degli acquisti.

“Naturalmente no, sono io il suo giardiniere! L’ho chiamata solo per verificare se è davvero soddisfatta del mio servizio.”

 

I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero

I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati: Albert Einstein
Ogni volta che sentiamo il desiderio di fare o ottenere qualcosa che sappiamo essere giusto e

migliore per noi e, contemporaneamente un'altra nostra parte interviene limitando questo

nostro desiderio che ci spinge verso qualcosa, ecco che ci troviamo nel bel mezzo di un conflitto interno: lo scontro tra la nostra parte che ci spinge a elevarci e quella che tende a non farci ottenere ciò che desideriamo ed è meglio per noi e per la nostra felicità.

E bene sapere che sono quattro gli elementi che generano i nostri conflitti interni:
Convinzioni limitanti, ossia permettiamo alle nostre convinzioni di condizionare le nostre scelte dicendoci ciò che si può/non si può, si deve/non si deve, è giusto/sbagliato fare. La mente inizia così a limitare le nostre aspirazioni e a creare dubbi, grandi generatori di conflitti.
Abitudini comportamentali, ossia privilegiare il "come ho sempre fatto" rispetto al "come vorrei fare". Frenando il coraggio e la forza di cambiare.
Esperienze negative o traumatiche. Le esperienze che ci hanno provocato dolore vengono registrate dall'inconscio e possono trasformarsi in vere e proprie ancore che andranno a creare meccanismi di reazione automatici i quali, sebbene indesiderati, influenzeranno la nostra capacità di azione. Quindi potremmo voler fare una certa cosa, ma non riuscire perchè emotivamente e fisicamente ci blocchiamo a causa di queste neuroassociazioni negative.
Pensieri dicotomici. La nostra mente crea spesso delle dicotomie, contrapponendo il bianco al nero senza tener conto di tutte le sfumature di grigio che stanno tra i due. Una scelta, quando è tra due sole opzioni e quindi, inevitabilmente, decidere per una equivale a rinunciare all'altra, si tramuta in un dilemma.
(una scelta è veramente tale quando ci sono almeno tre opzioni. E, se la cerchi bene, la terza opzione la trovi sempre!)
Quando diamo spazio a uno o più di questi elementi, iniziamo a dare il via ai nostri conflitti interni, a quella sgradevole sensazione di una parte di noi che vuole andare in una direzione e un'altra che spinge in direzione opposta. Sensazione che spesso finiamo per somatizzare: generalmente è colpita la zona del diaframma, che si contrae generando dolori all'addome e alla schiena e, soprattutto, limitando la respirazione che diventa via via sempre meno profonda, nel tentativo appunto di bloccare le tensioni interne accumulate, frustrando le relazioni e le emozioni.
(Nelle discipline che insegnano a utilizzare tecniche di respirazione per gestire meglio le proprie emozioni e il rapporto con se stessi si dice spesso che il respiro rappresenta l'espansione dell'anima: più si amplifica il respiro più l'anima si espande e si rinforza, mentre la contrazione dei polmoni rappresenta la paura.)

Come uscire dai conflitti interni?
Come fare per ascoltare veramente il cuore e muoverci in direzione di ciò che è meglio per noi? Uno dei più grandi geni della storia, Albert Einstein, disse: "I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di pensiero che li ha generati"
Ossia se abbiamo un problema del quale non riusciamo a trovare la soluzione, continuare a utilizzare gli stessi schemi di pensiero che si sono rilevati insufficienti a questo scopo, non potrà mai sbloccare la situazione. Per uscire dal problema è necessario vedere qualcosa che ancora non abbiamo esplorato, evolvendo il nostro pensiero da un livello nel quale non è in grado di risolvere il problema a uno più alto nel quale è in grado di comprenderne la soluzione. Se vogliamo uscire da un conflitto interno dobbiamo spostare il nostro punto di vista a un livello di pensiero più alto, pensare cioè come penseremmo se quel problema non fosse per noi tale, se avessimo la mentalità, le convinzioni, la consapevolezza di chi non vivrebbe mai, in nessun modo, quel tipo di conflitto. Quello che Einstein ci suggerisce è di spostare il focus e per farlo possiamo aiutarci attraverso le domande. Una buona domanda che sposti il nostro focus efficacemente, permettendoci di uscire da un conflitto interno osservandolo da un livello di pensiero diverso da quello che ha generato il problema, potrebbe essere: "Se fossi un individuo più evoluto, a un livello di pensiero più alto, senza le mie attuali paure e limitazioni. cosa farei in questa situazione"? Cosa riterrei più giusto fare per me adesso?"
L'efficacia di questa domanda è straordinaria!
(Ricorda che non sempre ciò che è più giusto corrisponde a ciò che è più piacevole a breve termine, ma è sempre la scelta migliore per noi sul lungo termine

Roberto Re

 

Il DNA non ti fa intelligente

 

"La passione per la musica è nel DNA della mia famiglia. Invece il tuo DNA trasmette ai tuoi figli l’abilità matematica".

Non è vero. Noi dal DNA ereditiamo i caratteri somatici (ma non quelli modificati da impatti ambientali o da esercizio fisico). Non dipende dal nostro DNA l’inclinazione per matematica, fisica, lingue straniere, informatica o studi superiori.

I nostri figli possono eccellere in qualunque campo intellettuale, anche se noi non siamo tanto brillanti e non siamo riusciti a studiare. L'intelligenza non è ereditaria, ma è tratta dall'ambiente e dall'esperienza. Si dimostra facilmente. La nostra materia grigia contiene 1000 miliardi di neuroni che si scambiano segnali attraverso le sinapsi. Ogni neurone, in media, è collegato con migliaia di sinapsi. Il cervello umano, dunque, dispone di molti milioni di miliardi di elementi. Al confronto il nostro genoma è milioni di volte più semplice: non può specificare il progetto del cervello. Siamo noi stessi a costruire le diramazioni e la struttura del nostro cervello. Infatti produce più sinapsi il cervello di chi ha più esperienze, vive in ambienti più stimolanti, fa più cose. Dunque sono acquisiti e non innati i nostri bernoccoli, le cose per cui siamo "portati".

Non è vero, poi, che il numero dei neuroni nel nostro cervello a partire dall’età matura può solo calare perchè molti ne muoiono e non se ne producono di nuovi. Era un concetto comunemente accettato fino a circa 10 anni fa. Poi Peter Eriksson e altri constatarono che sia il numero delle sinapsi, sia quello dei neuroni cresce nel cervello anche adulto e perfino in persone affette dal morbo di Alzheimer. Le immagini del cervello ottenute con la risonanza magnetica mostrano che un’intensa attività cognitiva scatena nelle aree coinvolte un aumento del numero di neuroni e di sinapsi. Questi processi avvengono anche in età avanzata. Elkhonon Goldberg, professore di neurologia all’Università di New York, ha creato palestre cognitive in cui anziani si impegnano a risolvere problemi verbali, numerici, grafici da lui ideati. In conseguenza sono più motivati: conservano e aumentano la loro abilità mentale.. L’esercizio cognitivo conserva le funzioni mentali degli anziani perfino se presentano sintomi neuropatologici di demenza senile. Il paradosso di Goldberg è: "Il tuo cervello invecchia, ma la tua mente può diventare più forte."

Roberto Vacca

 

Vi consiglio di leggere!

Mi è capitato tra le mani qualche mese fa uno di quei libri, di quelle storie autentiche che non ha prezzo: ” La forza dentro” di Max Calderan.

Max è entrato nella storia per aver realizzato imprese estreme nel deserto dell’Arabia Saudita. Personalmente stimo moltissimo Max!


Calderan scrive: “Pochi se ne accorgono, ancora meno lo capiscono. E’ il Grande Inganno, la truffa più colossale mai orchestrata, che ci vede tutti coinvolti e che continua a perpetrarsi silente, subendola incuneatasi così profondamente nei nostri cervelli da essersi fusa con il nostro DNA, dando origine ad ibridi pensieri, azioni e figli; sovvertendo completamente le leggi di Dio o per chi non crede, le leggi di un origine che, comunque la vogliate girare, è comune a tutti. Impedire il risveglio delle coscienze è il vero obiettivo del Grande inganno”.
Parole forti che picchiano duro allo stomaco e non possono non far riflettere….
Parole ancora più forti quelle di Stuart Wilde da Il Sesto senso: “La nostra società teledipendente ostacola la capacità immaginativa. La maggior parte delle gente è terribilmente ottusa. Acquiescenza sconfinata,discorsi futili, sempre le stesse cose, e tutto quel machismo, quella violenza e quelle porcherie in tivù…tutto questo vanifica il potere delle persone rendendole paurose, apatiche e facilmente manovrabili. Su questo pianeta ci sono individui davvero molto strani, motivati dal denaro e dal potere. Cercano di controllare e di adescare la gente comune in castrandola con debiti e droga, oltre che desensibilizzandola, controllando sottilmente la loro mente….”
Siamo stati programmati da qualche manipolo di “insensati” ad essere in uno stato di coma permanente. Siamo nella confusione più totale, viviamo un misto di paura, malessere, confusione, inconscienza.. Non mettiamo più impegno in quello che veramente conta, portiamo avanti delle battaglie insensate e dimentichiamo quello che fa la differenza.
UN DATO CHOC: VENDITE DEI MEDICINALI IN ITALIA + 60% NEGLI ULTIMI DIECI ANNI.
Questo è il frutto della paura e dello stress. Ci ammaliamo, ci stiamo ammalando.
Come dice Anthony De Mello: “stiamo perennemente in uno stato di sonno” ed io aggiungo di malattia. Siamo ipnotizzati collettivamente.
Altre parole di Max Calderan: “le nostre giornate oggi assecondano le regole commerciali imposte dalle esigenze commerciali del Pianeta“.
Pensa un attimo alla tua giornata. Rifletti su come è scandita, ti senti padrone dei tuoi ritmi? Hai tempo libero? Ti senti libero di scegliere? I nostri ritmi, i nostri orari, le nostre abitudini vanno contro tutte le leggi naturali. Ci hanno programmati per essere spremuti come limoni e per spendere quel poco tempo libero che abbiamo a rincoglionirci davanti alla televisione ed immersi nei Centri Commerciali. Oggi cerchiamo il tempo libero come fosse l’aria, siamo disposti a pagare qualsiasi cifra per avere tempo libero. Come sottolinea Calderan la necessità di spendere nasce dalla insoddisfazione derivante dal lavoro, dalle relazioni, dalla vita…
Impieghiamo ore per spostarci da una parte all’altra delle città per poi arrivar in un posto di lavoro a svolgere attività che non ci vedono affatto coinvolti, oppure peggio che ci mobbizzano o ci stressano fino a farci venire un esaurimento nervoso. E poi arriviamo a casa di sera e siamo esausti e non riusciamo neanche ad avere uno straccio di comunicazione con i famigliari. E poi nel week-end tutti fuori a fare la gita dopo ore ed ore di traffico per poi rimetterci in marcia la domenica e rifarsi le ore di traffico! Oppure ci chiudiamo nei centri commerciali, luoghi della follia collettiva, a comprare tutto quello che non ci serve, per placare la nostra ansia…spendendo quello che ci rimane di quei quattro soldi rimasti dopo aver pagato bollette, mutui, rate delle rate.
Questa è una follia collettiva! Siamo diventati degli automi
L’altro giorno ho passato mezz’ ora ad un incrocio a studiare i comportamenti degli automobilisti. Facce tesissime, bocca schiumosa, frenate compulsive, improperi, urla, desiderio di passare a tutti i costi sopra tutto e tutti.
Un vero delirio e siamo ancora a settembre… le ferie sono dietro l’angolo ma non bastano.
Questo meccanismo non può funzionare ancora, è completamente insensato per noi..
Siamo il frutto come dice Gregg Braden di secoli di attestati di impotenza. Ci hanno fatto credere che il nostro potere personale è tutto qui, scandito da queste giornate insensate alla ricerca del benessere materiale e poi? Noi dove siamo? Tu dove sei? Le cose che più contano per te? La tua libertà dove è finita?

Luigi Miano

www.quasifacile.com

 

Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.